Difesa, aumentare i militari per ringiovanire le Forze Armate e creare una riserva operativa

Difesa, aumentare i militari per ringiovanire le Forze Armate e creare una riserva operativa

Bisogna potenziare lo Strumento militare, aumentando il personale e garantendo mezzi adeguati alle nuove sfide internazionali.

Non cambia la posizione del ministro Crosetto, per l’efficienza dello Strumento militare serve investire in armi, mezzi e personale. Il ministro della Difesa lo ha ribadito in audizione alla commissione Affari esteri e Difesa al Senato, sottolineando la necessità di “una riserva operativa come strumento di reclutamento in caso di crisi ed occorre incrementare le dotazioni organiche delle forze armate per garantire la piena funzionalità dello strumento militare”, nonché di “ringiovanire le Forze Armate favorendo il ricambio generazionale”.

Crosetto: servono più militari nelle Forze Armate

Il numero di militari è insufficiente e non può certo essere compensato dalla preparazione e dalla dedizione, soprattutto quando anche per adeguare gli armamenti sarebbero necessari interventi importanti. Anche per questo il ministro continua a chiedere di scorporare le spese per la Difesa dal calcolo del patto di stabilità, considerandola un prerequisito affinché possa esistere tutto il resto. Senza lo Strumento militare che garantisce la pace e la sicurezza, non si potrebbe nemmeno parlare di scuola, sociale, sanità e cultura. Le relative spese non possono quindi concorrere, soprattutto visto che con la NATO si punterebbe al 2,5% del Pil per la Difesa.

Si pensa soprattutto all’Esercito Italiano, composto da circa 94.000 unità militari nel 2023, ampiamente impiegate nelle missioni internazionali di pace e nella difesa del territorio con l’Operazione Strade Sicure. Su questo punto, Crosetto preannuncia un ridimensionamento del contributo fornito dalle Forze Armate, affinché possano “fare quello che serve in questo momento”. Prima, sarà però necessario incrementare le Forze di Polizia, affinché la necessità di supporto diminuisca.

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Non che la Marina e l’Aeronautica Militare siano tanto più fornite di personale e mezzi, con rispettivamente 31.869 e 36.850 unità militari al 2023. Anzi, nell’ultimo rapporto 2024 del ministero della Difesa appare chiaro che la Marina Militare avrebbe bisogno di aumentare almeno del 34% il proprio organico, soltanto per portare a compimento le missioni in corso. Nel frattempo, il deputato Antonino Minardo ha presentato una proposta di legge per l’ottimizzazione della Marina Militare nel contesto sottomarino, con un aumento di personale graduale. È indubbio il fatto che l’Italia abbia a lungo tralasciato il potenziamento militare, principalmente considerando altre priorità più meritevoli in virtù della situazione di pace.

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Nonostante ciò, l’Italia ha una potenza militare di tutto rispetto, tanto che l’Esercito Italiano ha conquistato la top 10 degli eserciti mondiali secondo il SIPRI. Non dovrebbe stupire più di tanto, considerando che il Belpaese riesce a difendersi con grande valore in tutte le classifiche mondiali relative alla Difesa e alla potenza militare. I militari italiani sono professionisti stimati in tutto il mondo, ma stanno patendo con il proprio benessere psicofisico le conseguenze dell’inadeguata attenzione alla Difesa.

Con l’età media in continuo aumento e la profonda carenza di organico, i militari sono costretti a prolungare il servizio per compensare le lacune dello Strumento militare. La continua riduzione della spesa militare si fa oggi sentire, con la mancanza di nuovo personale e persino del necessario per addestrarlo qualora venisse trovato. Insomma, la Difesa ha problemi importanti, anche se come sottolineato in più occasioni dal ministro non è in discussione la preparazione delle Forze Armate.

Semplicemente, il personale è insufficiente numericamente e non dispone di mezzi adeguati per sostenere i crescenti sforzi richiesti. Per troppo tempo la Difesa si è basata sul coraggio e sulla dedizione dei militari, “abituati a lavorare in qualsiasi condizione” aveva affermato il ministro della Difesa nel mese di marzo, ribadendo la necessità di un maggiore impegno economico.

Le crescenti tensioni internazionali, a partire dal conflitto in Ucraina, hanno dato una spinta notevole al riarmo italiano, che tuttavia non può procedere se non gradualmente.