Esonero della sovrapposizione dell’orario di servizio, cosa potrebbe cambiare

Esonero della sovrapposizione dell'orario di servizio, cosa potrebbe cambiare

L’esonero della sovrapposizione completa dell’orario di servizio riconosciuto anche al personale delle Forze Armate coniugato con quello delle Forze dell’Ordine. Ecco le anticipazioni dell’ASPMI.

La tutela della genitorialità nel mondo militare potrebbe fare un vero salto di qualità con il rinnovo contrattuale. La presenza delle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari si fa sentire, con il prospetto di miglioramenti che riguardano da vicino i bisogni più importanti e sottovalutati del personale. Oltre all’estensione della licenza straordinaria per congedo parentale fino ai 12 anni dei figli, l’Associazione sindacale professionisti militari ci ha anticipato un’altra novità in cantiere, con ottime probabilità di successo.

Si tratta dell’esonero dalla sovrapposizione completa dell’orario di servizio tra genitori che fanno parte delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine e hanno figli fino a 6 anni di età. Ad oggi, infatti, l’esonero è concesso soltanto ai genitori dipendenti della stessa Amministrazione, lasciando priva di tutela una fetta importante di famiglie impegnate per il servizio pubblico. L’idea è che, indipendentemente dalla Forza Armata o Forza dell’Ordine di appartenenza di ognuno, i genitori con figli in età prescolare non debbano prestare servizio esattamente nelle stesse ore.

Esonero della sovrapposizione completa dell’orario di servizio

Evitare la sovrapposizione completa lascia ai genitori, ad entrambi soprattutto, qualche momento per dedicarsi alle esigenze dei figli senza dover ricorrere ad aiuti esterni o comunque limitandoli. I benefici sono innumerevoli, ma bisogna assolutamente citare il benessere dei minori che hanno entrambi i genitori impegnati in una professione tanto sacrificante. Ne va così della tranquillità complessiva del nucleo familiare, che ne guadagna in termine di affetti, gestione delle incombenze pratiche e molto spesso anche economicamente.

Se i due genitori svolgono esattamente lo stesso orario di lavoro è ovvio che debbano ricorrere a terzi per assolvere alle necessità dei figli in quelle medesime ore, non avendo la possibilità di scambiarsi. Anche soltanto un’ora in meno di babysitter per accompagnare i bambini a scuola, tanto per fare un esempio, può fare una grossa differenza.

Senza contare che può essere bilanciata in modo più agevole l’assenza dei genitori, a beneficio della serenità di tutto il nucleo familiare. Facendo un ulteriore passo avanti, è giusto anche notare come norme di questo tipo siano particolarmente interessanti per al difesa della bigenitorialità, intesa non soltanto come equa e libera suddivisione dei compiti tra i genitori, ma anche come primario diritto della prole.

Ovviamente, non è ancora certo che questo cambiamento avvenga, ma l’ASPMI ci ha assicurato dell’impegno profuso al riguardo e degli ottimi riscontri ricevuti. In effetti, estendere il beneficio ai dipendenti delle Forze Armate coniugati con i dipendenti delle Forze dell’Ordine appare più che sensato, doveroso perfino. La sovrapposizione completa dell’orario lavorativo è problematica per tutti i genitori, anche se si tratta di un poliziotto e un soldato - o qualsiasi altra combinazione - anziché di due colleghi della stessa Amministrazione.

Oltretutto, questa regola non è una pignoleria a tutela di una piccola minoranza, ma un vero e proprio diritto da riconoscere visto il grande numero di coppie miste in divisa. C’è quindi da sperare che effettivamente queste proposte ottengano l’accoglimento, con un segnale di tutela effettiva e concreta della genitorialità. In questo momento, infatti, sono ben accette tutte le misure di welfare familiare ipotizzabili, visti la natalità italiana al minimo storico e il crescente scoraggiamento dei militari.

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