Telelavoro per i militari, ci siamo quasi?

Telelavoro per i militari, ci siamo quasi?

Il telelavoro per i militari sta per diventare realtà? Ecco cosa sappiamo e perché è così importante.

Non solo licenza straordinaria fino ai 12 anni dei figli, la trattazione delle sigle sindacali in Funzione Pubblica nasconde un altro beneficio a favore delle famiglie militari, soprattutto per la conciliazione della vita privata e lavorativa. Si tratta della possibilità di lavorare da remoto, laddove possibile, che farà bene anche a tanti portafogli. Per i militari che svolgono funzioni d’ufficio o frequentano corsi di formazione avere modo di scegliere se adempiere alle proprie funzioni senza recarsi fisicamente in caserma può essere davvero provvidenziale.

Come prima cosa, un miglioramento della gestione degli impegni personali, visto che si annulla il tempo di spostamento, recuperando a seconda dei casi anche diverse ore. In seconda battuta, anche la possibilità di essere fisicamente in casa, per quanto giustamente assorbiti dal lavoro, viene incontro a svariate esigenze familiari. Per i tantissimi militari a cui è stato negato il trasferimento, poi, il telelavoro potrebbe sopraggiungere davvero come misura di tutela dovuta.

Telelavoro per i militari, ci siamo quasi?

La piattaforma della Funzione Pubblica non contiene per il momento disposizioni sul telelavoro, ma abbiamo appreso dall’Associazione sindacale professionisti militari che ci sono ottime probabilità per il raggiungimento di un accordo in questo senso. L’ASPMI è tra i sindacati militari che hanno dato più attenzione alle esigenze pratiche e personali dei militari, tenendo conto anche della vita privata e familiare, perciò non ci stupisce affatto il suo impegno in questo senso.

In particolare, l’Associazione ha proposto l’introduzione del telelavoro e del cloud working per il personale militare effettivo in servizio presso gli Organi centrali, di Vertice o frequentante corsi di formazione non in presenza. Il sindacato assicura di star acquisendo consensi, perciò ottimisticamente presto si raggiungerà l’approvazione, tutto nell’interesse del personale militare.

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Perché questo passo è fondamentale

Il telelavoro, nel limite delle esigenze professionali, è determinante per la flessibilità dei lavoratori, in particolare per la gestione degli orari di lavoro. Con questa modalità, infatti, non ci sono spostamenti e viaggi a rubare tempo al lavoratore e sommarsi agli effettivi orari di servizio e i momenti di pausa sono sfruttabili in modo completo. Se anche soltanto per un giorno i militari avessero modo di aprire il pc da casa senza doversi recare in caserma ne sarebbe di guadagnato per moltissime famiglie.

Eventuali dubbi sulla capacità di svolgimento del lavoro dovrebbero essere messi a tacere sul nascere. Non soltanto perché perplessità di questo genere non possono certo essere avanzate a chi, per consapevole scelta professionale, vive fin dalla più giovane età vocato alla dedizione, alla disciplina e all’impegno; ma anche perché gli studi dimostrano, al di là del settore lavorativo, che il telelavoro consente un incremento della produttività.

C’è poi un secondo motivo per cui il telelavoro potrebbe giovare particolarmente al personale militare e ovviamente ci si riferisce a tutti i militari a cui è stato, talvolta inspiegabilmente, negato il trasferimento. La graduatoria sul trasferimento ordinario dei graduati ha destato non poche perplessità, tra ritardi, errori e negazioni inaspettate, perciò per questi lavoratori lavorare qualche giorno da casa sarebbe di incredibile aiuto.

Non dimentichiamo anche della questione economica, visto che il lavoro flessibile può dimostrarsi altamente impattante anche in questo senso. Il primo ovvio motivo è che il personale non sarà costretto a far uso di altri benefici che comportano una riduzione stipendiale, per esempio il congedo parentale. Quest’ultimo viene citato non casualmente, visto che lo smartworking può rivelarsi un forte supporto alla genitorialità.

Il militare in telelavoro, infatti, guadagna preziose ore di tempo evitando gli spostamenti, che può dedicare anche ai figli, a beneficio del benessere familiare, certamente già turbato dalle particolari dinamiche sacrificanti.