Aurora Marinaro - 12 luglio 2024
Esonero turni notturni legge 104, se ne parla al tavolo per il rinnovo
La questione sull’esonero dai turni notturni previsto dalla legge 104 finisce al tavolo per il rinnovo contrattuale, serve correggere l’errata interpretazione.
I problemi di interpretazione sull’esonero dal turno notturno riconosciuti dalla Legge 104 non sono stati chiariti e l’Associazione sindacale professionisti militari, per la quale questo è da tempo un nodo centrale dell’attività sindacale, intende discuterne al tavolo per il rinnovo contrattuale. La questione è sempre la stessa: l’Amministrazione limita questo diritto a coloro che assistono una disabilità grave, nonostante nessun passaggio della disposizione normativa effettui questa restrizione.
Esonero dal turno notturno legge 104, se ne parla al tavolo per il rinnovo
Il problema è di natura interpretativa e riguarda l’articolo 21, comma 1, punto f, del Dpr n. 56 del 2022, il “Recepimento del provvedimento di concertazione per il personale non dirigente delle Forze Armate”. Quest’ultimo regolamenta, tra le altre cose, l’esonero dal turno notturno (a domanda) per alcuni dipendenti e il punto f del comma 1 recita proprio: “esonero, a domanda, dal servizio notturno per i dipendenti che assistono un soggetto disabile per il quale risultano già godere delle agevolazioni di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 104”. Il comma 3 dell’articolo 3 della legge 104 fa riferimento alla disabilità grave, da cui - forse - l’errore di interpretazione.
Andava tuttavia considerato che l’articolo suddetto inizia con una breve ma fondamentale premessa: “Oltre a quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151”. Oltre alle disposizioni dell’articolo 21, infatti, si devono applicare anche quelle individuate dal citato decreto legislativo, secondo cui l’esonero notturno a richiesta spetta sempre al lavoratore caregiver di un soggetto disabile, senza alcun riferimento alla gravità della disabilità.
L’interpretazione fornita dall’ASPMI è senza dubbio più convincente, sia dal punto di vista giuridico che rispetto agli intenti della normativa rispetto alla tutela dei lavoratori e alle esigenze sociali di cura dei cittadini con disabilità. Non a caso l’Associazione, per mezzo dell’avvocato Maria Amoroso, parte del team legale professionale dell’ASPMI, ha vinto un ricorso al Tar del Piemonte proprio su questo punto.
Come avevamo raccontato, il tribunale ha accolto la richiesta dell’Associazione, riconoscendo al militare in causa l’esonero dal turno notturno, indipendentemente dal grado di disabilità. L’esonero dal turno notturno non può certo creare una disuguaglianza tra i lavoratori e tanto meno tra i soggetti disabili che necessitano dell’assistenza di un familiare o, come più spesso accade, di un genitore.
Eppure, nemmeno il precedente giurisprudenziale ha appianato le divergenze, tanto che diversi lavoratori subiscono il rigetto dell’istanza di esonero dal turno notturno a causa di questo grave errore interpretativo. Il personale militare è già impegnato in enormi sacrifici, che ricadono inevitabilmente sulla sfera familiare e la vita privata, senza che si debbano aggiungere limitazioni e differenze prive di fondamento.
Per questa ragione il Segretario generale dell’ASPMI, Francesco Gentile, ha portato l’attenzione sul problema in sede di rinnovo contrattuale, anche considerando i recenti chiarimenti del Vertice Interforze sul diritto all’esonero notturno in caso di reperibilità. È stato infatti messo in chiaro che il personale che ha ottenuto l’esonero dal servizio notturno non può nelle medesime ore essere in posizione di reperibilità.
Una notizia ottima perché accresce il rispetto e la tutela dei diritti del personale militare, che però non fa che aggravare il divario e la discriminazione rispetto a coloro che assistono un soggetto con disabilità non grave. Serve più che mai un intervento tempestivo, anche per evitare il continuo ricorrere ai tribunali, lungo e dispendioso, riconoscendo fin da subito un diritto che spetta ai lavoratori per legge.
Sarebbe stato quindi assurdo non cogliere l’occasione del tavolo contrattuale per non portare alla luce il problema, nella speranza che possa così essere risolto in modo definitivo nel rinnovo di contratto, anche in modo più equo e omogeneo tra le varie Forze Armate.
Argomenti correlati: Esercito italiano Rinnovo del contratto 2022-2024 Sindacati Sentenze giurisprudenza Costituzione