Incontro sul rinnovo di contratto delle Forze Armate. I sindacati esprimono insoddisfazione

Incontro sul rinnovo di contratto delle Forze Armate. I sindacati esprimono insoddisfazione

Rinnovo di contratto, il commento delle principali sigle sindacali delle Forze Armate e di Polizia (a ordinamento militare) sull’incontro del 10 luglio in Funzione pubblica.

Mercoledì 10 luglio, presso la Funzione Pubblica si è svolto il quinto incontro per la definizione del rinnovo di contratto del personale delle Forze di Polizia a ordinamento civile e militare, e delle Forze Armate.

Un incontro che le principali sigle sindacali delle Forze Armate e di Polizia a ordinamento militare hanno commentato con un comunicato stampa appena arrivato in redazione.

Aumento della spesa militare, il commento dei sindacati

Durante l’incontro, i sindacati hanno accolto favorevolmente le recenti dichiarazioni del Premier Giorgia Meloni a Washington, in cui ha ribadito l’impegno dell’Italia nel rispettare gli accordi della NATO, aumentando gradualmente il budget della Difesa al 2% del PIL (ne abbiamo parlato anche qui).

Tuttavia, i sindacati hanno sottolineato la necessità che questo incremento includa risorse adeguate per affrontare problemi urgenti di adeguamento stipendiale e previdenza del personale.

La verità sugli aumenti annunciati da Meloni

Inoltre, nonostante le affermazioni ottimistiche del governo riguardo a un aumento salariale di circa 200 euro al mese, i sindacati hanno precisato che tali incrementi sono al lordo delle ritenute previdenziali, assistenziali e fiscali, non rappresentando quindi un reale miglioramento economico per il personale, specialmente alla luce della perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione degli ultimi anni.

Inoltre, circa 30-35 euro lordi degli aumenti proposti sono legati a compensi accessori, come lo straordinario, che non riguardano tutti i dipendenti. E proprio la recente affermazione del Premier Meloni, espressa con sorpresa, sulla modestia del compenso per ora di straordinario, è stata oggetto di discussione: l’incremento proposto porterebbe infatti questo compenso a soli 36 centesimi lordi in più all’ora.

In termini reali, l’aumento netto mensile medio sarà di circa 90 euro a partire da gennaio 2025, come vi abbiamo spiegato anche qui.

Per l’anno 2024, tenendo conto dell’anticipo una tantum ricevuto lo scorso anno, l’arretrato netto non supererà i 600 euro.

Manca un dialogo con i sindacati militari

Per questo motivo i sindacati hanno manifestato il loro disappunto per queste cifre e criticato il Governo per la mancanza di un dialogo autentico, evidenziando che il Presidente Meloni ha incontrato i sindacati di polizia ma non quelli militari.

Le organizzazioni sindacali delle Forze Armate e delle Forze di Polizia a ordinamento militare hanno ribadito con forza la richiesta di un incontro con il Presidente del Consiglio per discutere seriamente un impegno e un cronoprogramma volto a recuperare il potere d’acquisto perso negli ultimi tre anni. Hanno inoltre ribadito che non firmeranno il rinnovo del contratto alle attuali condizioni, richiedendo un confronto vero e costruttivo sia con la politica sia con le amministrazioni.

Oltre alle problematiche salariali, i sindacati hanno sottolineato le incongruenze della Legge 28 aprile 2022, n. 46, che limita la funzionalità delle organizzazioni sindacali, e l’approvazione di un regolamento per il personale impegnato in attività operative e addestrative senza consultazione con le organizzazioni sindacali.

Hanno infine evidenziato l’aumento del costo della vita, l’indebitamento crescente, e l’aumento di separazioni, suicidi e problemi di salute tra il personale, situazioni che richiedono un dialogo reale e un confronto sincero con il governo e le amministrazioni.

I sindacati hanno concluso riaffermando la loro disponibilità al dialogo, purché vengano ascoltate le istanze delle migliaia di iscritti che rappresentano.