Nessun aumento di 197 euro per le Forze Armate, gli ultimi aggiornamenti

Nessun aumento di 197 euro per le Forze Armate, gli ultimi aggiornamenti

Nessun aumento di 197 euro per le Forze Armate, le Associazioni sindacali non accettano queste condizioni per il rinnovo e attendono l’incontro con il governo.

Non si fa altro che parlare di fumosi incrementi dello stipendio per i militari, in particolare di presunti aumenti di 197 euro per le Forze Armate, a oggi infondati. Gli ultimi aggiornamenti ci confermano che non c’è nulla di vero e infatti se leggete fino in fondo le svariate notizie che stanno circolando sul web in queste ore apprendete che non ci sono novità e di fatto nessuna notizia. Come vi avevamo anticipato qualche mese addietro, gli aumenti di stipendio ricoprono un ruolo centrale nella trattativa per il rinnovo di contratto e sono l’argomento più discusso.

Al momento, siamo rimasti allo stanziamento di un miliardo e mezzo di euro previsto dalla legge di bilancio. In base alle stime elaborate dal ministero l’aumento medio lordo arriva a 194 euro nel suo massimo, vale a dire per la Guardia di Finanza. La base di calcolo è la retribuzione tabellare, così dall’altra parte del podio troviamo l’aumento previsto per l’Esercito Italiano, pari a circa 172 euro.

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Altro che aumento, le Associazioni sindacali aspettano ancora l’incontro con la premier

Da dove arriva l’equivoco, per usare un eufemismo, che ha guidato il flusso di cattiva informazione in questi giorni? Si tratta di una cattiva interpretazione della notizia data da alcuni esponenti del governo, che hanno dichiarato appunto il suddetto aumento per le Forze Armate e di Polizia. In realtà, bisogna chiarire che non è stato firmato il contratto e peraltro le Associazioni sindacali continuano a non ricevere risposta in merito a un incontro con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non essendo per ora minimamente interessate ad accettare queste condizioni per il rinnovo.

La contrattazione tecnica non può certo superare i limiti forniti dagli stanziamenti ridotti, che aggravano terribilmente il divario tra le Forze Armate e le Forze di Polizia. Un incremento che non arriva nemmeno alla metà del tasso inflattivo è una chiara richiesta di sacrificio ai danni del personale, già fortemente provato dalle condizioni di lavoro.

Per trovare una soluzione, ha ribadito l’Associazione sindacale professionisti militari, è indispensabile che tutte le componenti in gioco siano disposte a impegnarsi e si pongano con apertura al dialogo e al compromesso. Le APCSM, il governo e l’Amministrazione devono incontrarsi per fare gli interessi del sistema Difesa, auspicabilmente entro breve tempo per non ritardare ulteriormente la contrattazione.

Francesco Gentile, Segretario generale dell’ASPMI, ha in proposito posto l’attenzione sul FESI che, per la prima volta in assoluto, non verrà finanziato in questa contrattazione. L’articolo 5 del Dpr n. 171 dell’11 settembre 2017 stabilisce che il Fondo per l’efficienza dei servizi istituzionali deve essere finanziato per una quota non inferiore al 20% delle risorse assegnate all’attività operativa e addestrativa, prelevate dai Compensi forfettari. Non essendo ancora stato aperto il tavolo per gli straordinari, la possibilità di remunerare il personale può essere ipotizzata soltanto nell’indennità notturna. Intanto, i lavoratori sono costretti ad attingere alle ferie perché non possono essere loro riconosciute (e pagate) le effettive ore di straordinario prestate.

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Come se non bastasse, non è ancora arrivata alcuna risoluzione sul congedo parentale al 30% o tantomeno sull’esonero dal lavoro notturno spettante ai caregiver di soggetti disabili ai sensi della Legge n. 104/1992. Su tutti questi fronti le Associazioni avvertono risposte limitanti e restrittive da parte dell’Amministrazione, che non incontrano le necessità del personale.

Il coinvolgimento dei sindacati militari deve servire al confronto, alla comprensione - ancor prima che alla risoluzione - dell’eccessivo divario che distacca le Forze Armate da quelle di Polizia. La linea di dialogo e collaborazione mostrata dalle Associazioni sindacali dovrebbe essere corrisposta in modo pari, con almeno un segnale di riconoscimento per il professionale. L’assenza di gratificazione e il malessere del personale danneggia per riflesso tutta la nazione e non è certo continuando a evitare un confronto che potrà essere risolto questo grave problema.