Si possono fare regali a militari e poliziotti?

Si possono fare regali a militari e poliziotti?

I regali ai dipendenti pubblici devono rispettare regole precise per evitare spiacevoli conseguenze a entrambe le parti.

Nelle festività natalizie, ma non solo, è comune scambiarsi doni anche nell’ambito professionale o comunque tra conoscenti. Non tutti, tuttavia, possono liberamente accettare i doni. Poliziotti e militari, in qualità di dipendenti pubblici, sono particolarmente vincolati in tal senso in quanto la Costituzione chiede di tutelare l’imparzialità della Pubblica amministrazione. Allo stesso modo, anche i cittadini devono fare attenzione prima di fare un regalo.

Per evitare qualsiasi genere di fraintendimento e limitare quanto più possibile gli illeciti, la legge pone limiti molto stringenti per entrambe le parti dello scambio. La corruzione, in particolare, può essere commessa tanto dal dipendente pubblico che riceve il regalo tanto dal cittadino che lo dona. Ciò però non significa che si debba rinunciare a compiere un gesto di vicinanza e gratitudine nei confronti di militari e poliziotti, né che questi ultimi debbano sempre rifiutare.

Ci sono alcune importanti regole da seguire per evitare situazioni spiacevoli, che riguardano ovviamente i dipendenti pubblici nell’esercizio delle proprie funzioni. Il marito o la moglie di un militare, per esempio, ha ragioni del tutto personali per lo scambio di doni che certo non riguardano la Pubblica amministrazione.

Regali a militari e poliziotti: le regole

I dipendenti pubblici, inclusi poliziotti, carabinieri, militari e guardia di finanza non possono richiedere o sollecitare alcun regalo né per sé né per altri colleghi. Il personale può tuttavia accettare doni spontanei, purché rispettino i requisiti di legge: il modico valore, l’uso e la pertinenza rispetto alle normali relazioni di cortesia. Ciò è previsto dal Decreto legislativo n. 165/2001, che impone dunque il rifiuto obbligatorio di qualsiasi dono o utilità scostante dalle caratteristiche descritte.

Il modico valore non è da considerare rispetto all’uso sociale o alle capacità economiche delle parti, come di solito avviene in riferimento alle donazioni, bensì è stabilito dal Decreto legislativo n. 62/2013 nella cifra massima di 150 euro. Per essere lecito il regalo deve quindi avere un valore massimo di 150 euro, ma anche essere coerente rispetto alle convenzioni e alle consuetudini sociali. Il Natale o un evento commemorativo, per esempio, ma anche un motivato atto di riconoscenza. Queste regole vincolano tanto chi riceve quanto chi effettua il regalo, visto che entrambi potrebbero rispondere del reato di corruzione.

Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione riguarda la possibile interferenza tra il regalo e il compimento di atti d’ufficio da cui il cittadino potrebbe beneficiare o trarre comunque qualche genere di vantaggio. Non è possibile fare, o ricevere a seconda del punto di vista, regali che si pongono come corrispettivo di un atto d’ufficio, prima o dopo del suo compimento. In tal proposito, è bene distinguere il caso della riconoscenza verso il professionista, che è del tutto lecita purché espressa nei modi appena visti.

Per il reato di corruzione, la Corte di Cassazione pone l’attenzione sul nesso di corrispettività tra la prestazione e il regalo. Quest’ultimo dovrebbe infatti costituirsi come una ricompensa per l’atto d’ufficio ai fini del reato, indipendentemente dalla proporzione e dalla liceità dell’atto in questione.

Ricompensare un dipendente pubblico per l’esecuzione di un proprio dovere è infatti vietato anche se non riguarda atti contrari all’ordinamento, proprio perché la Pubblica amministrazione deve essere imparziale. Il dono è quindi lecito quando manca il nesso causale rispetto all’esercizio delle funzioni pubbliche, tenuto conto delle motivazioni e delle consuetudini sociali. Diversamente, sarebbero sempre vietati gli scambi di regali

Le stesse regole devono essere rispettate dai dipendenti pubblici che vogliono fare un regalo ai propri sovraordinati. Ricordiamo che oltre alle possibili accuse penalmente rilevanti per entrambe le parti, militari e poliziotti rischiano anche provvedimenti disciplinari se contravvengono a queste regole. Per questo motivo il personale è molto prudente nell’accettazione dei doni e bisogna tenerne conto per evitare situazioni spiacevoli.

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