Trasferimenti ordinari Esercito, pubblicate le graduatorie per i graduati, ma non si risolve il problema

Trasferimenti ordinari Esercito, pubblicate le graduatorie per i graduati, ma non si risolve il problema

Sono state pubblicate, anche in seguito alla sollecitazione dell’ASPMI, le graduatorie sui trasferimenti ordinari per il personale graduato. Eppure, si propaga lo sconforto.

Soltanto qualche giorno fa vi abbiamo parlato del ritardo nella pubblicazione delle graduatorie relative al trasferimento ordinario su istanza di parte per i militari graduati. Una pubblicazione richiesta con forza dall’Associazione sindacale professionisti militari, che ha in effetti ottenuto rapidamente quanto richiesto. La conseguenza naturale sarebbe pensare che il sindacato possa ora ritenersi soddisfatto ma, anticipiamo, è forse più scontento di prima. Perlomeno ne avrebbe tutte le ragioni.

Non perché l’Associazione sia particolarmente pretenziosa, tutt’altro, ma perché nonostante il ritardo e la necessità di un intervento per sbloccare la situazione, le graduatorie sono quanto meno ingiuste. Errori su errori, che non fanno che accrescere la delusione e lo scontento nel personale, al quale a fronte dell’impegno e della dedizione non viene riconosciuta nemmeno una negazione motivata.

Pubblicate le graduatorie per i trasferimenti ordinari: rimangono i problemi

Si parla di scontento perché moltissime richieste non sono state accolte, talvolta nonostante l’altissimo punteggio ottenuto, addebitando la causa alla negazione dell’ente di provenienza in merito alla cessione di ulteriore personale. L’ASPMI, nel mostrare vicinanza alla delusione dei militari, ha chiesto che nel futuro “le operazioni di trasferimento rispondano effettivamente alle esigenze del personale e riflettano equità e trasparenza”.

L’unica magra consolazione è con tutta evidenza l’ottenimento della presta pubblicazione della graduatoria, considerando le enormi difficoltà pratiche che un ulteriore ritardo avrebbe causato non soltanto ai militari prossimi al trasferimento, ma anche a coloro che hanno riposto speranze in vano nell’istanza.

Tra le numerose tematiche attenzionate dall’Associazione, la questione dei trasferimenti assume particolare rilevanza, rappresentando a oggi una battaglia di lunga data per il benessere del personale, che nonostante i risultati mano a mano ottenuti non ha mai il sapore di vittoria. Già nel mese di marzo l’ASPMI e il SAM Esercito hanno fatto notare le criticità della circolare sui trasferimenti ordinari, lamentando in particolare la poca attenzione alla famiglia e all’età del personale.

In quell’occasione era stato anche sottolineato che l’impegno dello Stato Maggiore dell’Esercito e dello stesso Dipartimento Impiego del Personale, riconosciuti e apprezzati, erano insufficienti a superare le difficoltà sopportate dai militari. Una professione totalizzante porta inevitabili difficoltà nella gestione della vita familiare anche senza aggiungere nel quadro la limitazione ai trasferimenti e la poca chiarezza comunicativa.

Il punto torna nuovamente alla difficile ricerca di un equilibrio tra le esigenze della Forza Armata e il benessere psicofisico dei militari, anche dimenticando spesso che l’uno è presupposto dell’altro. Nonostante tutto, si sono comunque susseguite le complicazioni, tra cui il ribadito ritardo nella comunicazione delle graduatorie. Quest’ultima è avvenuta rapidamente dopo la sollecitazione sindacale, non riuscendo però a essere di alcun sollievo per il personale. Ecco cosa ne pensa l’ASPMI:

La pubblicazione delle graduatorie in seguito ai nostri appelli ci conferma che stiamo lavorando nel modo corretto, con un impegno che ci porta a risultati effettivi e che parte sempre dall’ascolto del personale. La testimonianza dell’efficacia della nostra attività, però, non può certo cancellare l’insoddisfazione provata proprio dopo la pubblicazione degli esiti sollecitati. Abbiamo infatti appreso dai colleghi che molti trasferimenti sono stati negati, talvolta anche in caso di punteggi elevati a causa del diniego dell’ente di provenienza, comprensibilmente impossibilitato a concedere un’ulteriore fuoriuscita.

La comprensione non cancella, tuttavia, la nostra profonda insoddisfazione per uno strumento che si è dimostrato fallace, generando delusione e malumore nei militari, nonostante il proposito completamente differente. Non è comunque nostra abitudine sottolineare gli aspetti negativi per pretendere soluzioni già confezionate. Anche questa volta, infatti, chiediamo al più presto di poterci confrontare direttamente con l’Amministrazione, per poter illustrare le nostre proposte concrete e comprendere insieme la causa del problema.

Proprio come premesso, questo tema è particolarmente importante per l’Associazione, soprattutto in virtù delle note criticità nella conciliazione della vita professionale e familiare, che si pone tuttavia con l’abituale, ed evidentemente efficace, tono costruttivo e propositivo. Non resta che auspicare, per i trasferimenti ordinari del prossimo anno, in un rapido e utile incontro volto a scovare l’origine del problema e risolverlo nella maniera più appropriata. Sarebbe altrimenti inconcepibile lasciare che le conseguenze rimangano interamente addosso ai militari, insieme alle rispettive famiglie.