VFI Esercito Italiano, cosa fa, durata, requisiti e reclutamento

VFI Esercito Italiano, cosa fa, durata, requisiti e reclutamento

VFI Esercito Italiano, ecco cosa c’è da sapere sul volontario in ferma iniziale per questa Forza Armata: come funziona il concorso, cosa fa e quali sono i requisiti di ammissione.

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I VFI, Volontari in ferma iniziale, dell’Esercito Italiano, non sono nient’altro che il primo livello di accesso alle Forze Armate in forma volontaria. Accesso volontario non significa che la selezione sia semplice, anzi è necessario possedere una serie di requisiti e superare le prove dedicate per ambire alla divisa. I più meritevoli possono poi proseguire la professione militare, ma anche soltanto far tesoro dell’esperienza e delle competenze acquisite in un altro settore lavorativo.

Essere un Volontario in ferma iniziale è un vero e proprio lavoro, con retribuzione e incarichi, ma non si riduce a questo. Oltre a essere il primo vero scalino per trovare un posto a fianco dei professionisti dell’Esercito Italiano, richiede impegno, costanza e dedizione fin dai primi momenti. Già in fase di selezione tanti giovani capiscono quanto sia forte l’ambizione per la carriera militare che, come spesso ripetiamo, è diversa da qualsiasi altro impiego.

Naturalmente, il personale dell’Esercito Italiano raccoglie anche un certo numero di soddisfazioni, anche soltanto per il fondamentale contributo dato alla collettività e al proprio Paese. Indipendentemente da ciò che ne consegue, la ferma iniziale è per qualsiasi volontario un momento incredibile di crescita e arricchimento, che lo accompagnano poi tanto nella vita privata quanto in quella professionale.

Cosa fa il Volontario in ferma iniziale

Come viene illustrato anche dal portale ufficiale dell’Esercito Italiano, i VFI possono essere impiegati in operazioni che si svolgono all’interno oppure all’esterno del territorio nazionale, comunque dopo aver ricevuto la preparazione necessaria. Coloro che risiedono in zone di reclutamento alpino, invece, vengono destinati proprio ai reparti alpini, fino a completamento dell’organico.

Dopo la formazione dedicata i VFI possono essere destinati sia ai reparti d’impiego che alle scuole di specializzazione o d’arma, a seconda dei requisiti specifici richiesti per la specializzazione e delle esigenze di servizio.

Durata per i VFI dell’Esercito Italiano

La ferma prefissata iniziale per i volontari dell’Esercito Italiano ha una durata di 3 anni. Già al 24° mese di servizio, tuttavia, è possibile partecipare ai concorsi per la ferma triennale (VFT) delle Forze Armate, con l’occasione di un migliore trattamento stipendiale e l’accesso ai ruoli di servizio permanente.

Dopo soltanto 12 mesi, invece, è possibile partecipare ai concorsi per le Forze di Polizia. In ogni caso, i VFI possono usufruire di una riserva di posti nell’Accademia militare di Modena, nelle carriere iniziali delle Forze di Polizia (a ordinamento civile e militare) e nel Corpo militare della Croce Rossa.

Oltretutto, ai Volontari in ferma iniziale che lasciano la Forza Armata, purché senza demerito, sono riservati:

  • il 30% di posti per le assunzioni di personale non dirigente nelle Pubbliche amministrazioni;
  • il 20% di posti a concorso per le carriere iniziali dei corpi di Polizia municipale e provinciale;
  • il 50% dei posti a concorso per l’immissione nei ruoli civili del personale del ministero della Difesa.

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Requisiti per diventare VFI

Per candidarsi come Volontari in ferma iniziale, oltre ai requisiti generali per i concorsi pubblici, è necessario avere compiuto almeno 18 anni e non più di 23 (il 24° anno non deve essere compiuto), essere in possesso della cittadinanza italiana e avere conseguito almeno la cosiddetta licenza media, ovvero il diploma di istruzione secondaria di primo grado.

Ulteriori titoli di studio, certificazioni e attestati concorrono all’attribuzione del punteggio, prendendo in considerazione il titolo più elevato. Per esempio, chi ha una laurea specialistica non avrà punteggio ulteriore anche per la laurea triennale, così come chi ha il brevetto da paracadutista militare non riceverà punteggio aggiuntivo anche per l’abilitazione al lancio con paracadute.

Il reclutamento dei volontari

La prima fase di reclutamento avviene proprio con la valutazione dei titoli, formando le prime graduatorie provvisorie con i punteggi ottenuti dai candidati. Questi ultimi vengono poi convocati per gli accertamenti dell’idoneità psico-fisica e attitudinale.

Per approfondire: Quanto devi essere alto per entrare nell’Esercito Italiano

La prova fisica consiste nello svolgimento dei seguenti esercizi:

  • corsa piana 2.000 metri;
  • sollevamento ginocchia-petto;
  • trazioni alla sbarra (facoltative);
  • piegamenti sulle braccia (facoltative).

Senza eccedere il tempo massimo si considera la prova superata, ma ognuno dovrebbe ambire a fare del suo meglio, possibilmente ottenendo un punteggio aggiuntivo per le proprie capacità. I valori di riferimento per i candidati di sesso maschile sono i seguenti:

Esercizi Tempo massimo Punteggio aggiuntivo Punti massimi
Corsa piana 2.000 metri 11 minuti 0,025 punti per ogni secondo in meno fino a 200 5
Sollevamento ginocchia-petto 1 minuto e almeno 15 sollevamenti 0,20 punti per ogni sollevamento in più 5
Trazioni alla sbarra 2 minuti e almeno 2 trazioni 0,50 punti per ogni trazione in più fino a 10 5
Piegamenti sulle braccia 2 minuti e almeno 12 piegamenti 0,20 punti per ogni piegamento in più, fino a 25 5

Questi, invece, i parametri per le candidate di sesso femminile:

Esercizi Tempo massimo Punteggio aggiuntivo Punti massimi
Corsa piana 2.000 metri 13 minuti 0,025 punti per ogni secondo in meno fino a 200 5
Sollevamento ginocchia-petto 1 minuto e almeno 10 sollevamenti 0,25 punti per ogni sollevamento in più 5
Trazioni alla sbarra 2 minuti 1 per ogni trazione fino a 5 5
Piegamenti sulle braccia 2 minuti e almeno 2 piegamenti 0,25 punti per ogni piegamento in più, fino a 20 5

Seguono, a seconda della graduatoria, gli accertamenti medico-sanitari per le valutazioni della salute fisica e degli aspetti psicologici e attitudinali. Quest’ultima fase non prevede l’attribuzione di un punteggio, ma è semplicemente indirizzata all’accertamento dell’idoneità (o dell’inidoneità).

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